venerdì 30 maggio 2014

La presentazione per le finali DNG

La presentazione del Pool per le finali nazionali DNG realizzata da Fabrizio Biancardi a cui va il nostro ringraziamento. In calce il link per il filmato in HD



Il filmato in formato HD

giovedì 29 maggio 2014

ll commento del presidente dopo le finali DNG.

Torniamo da Udine il giovedì mattina. Torniamo scontenti e rammaricati, avremmo voluto svegliarci, fare colazione, andare a tirare la nostra mezz'ora sul campo di gara, fare video e giocare al pomeriggio contro Bergamo di Flaccadori, poi battuta da quel Livorno che avevamo fatto soffrire Lunedì nella prima giornata. Torniamo scontenti perché pensavamo di aver la qualificazione a portata di mano dopo aver battuto, con il miglior secondo tempo dell'anno, la Reyer Venezia, una delle favorite al titolo e vincitrice in carrozza nella stagione regolare del girone B DNG, il più forte dei quattro. Invece Trento, settore giovanile di una società che è in finale per l'accesso alla serie A dalla Lega Gold, ha fatto la sua ottima partita, ci ha colpito nei nostri punti deboli e ci ha regolato negli ultimi tre minuti.
E' buffo pensare che torniamo scontenti dalle finali nazionali Under 19 DNG che nessuno aveva mai raggiunto in Liguria se non vogliamo riferirci al paleozoico e allo strumentale uso del lavoro altrui, continuamente osteggiato, per farsi belli a distanza di quarant'anni, recrudescenza infantile.
Ed  è ancora più buffo pensare di essere scontenti se pensiamo che siamo nelle 16 squadre più forti d'Italia per il terzo anno consecutivo, che stiamo crescendo ragazzi liguri che nessuno, in così gran numero, da sempre ha mai fatto in Liguria. E almeno su questo non credo si possano fare paragoni neanche rivolgendosi al mesozoico.
La nostra scontentezza nel fare le valigie la mattina che avremmo voluto giocare ancora e' il segnale di cosa siamo riusciti a diventare. Le finali nazionali eravamo abituati ad andarle a vedere, oggi le giochiamo alla pari o quasi.
I giocatori in nazionale li leggevamo sui giornali, negli ultimi anni ne abbiamo mandati parecchi e oggi, con Alberto, raggiungiamo forse il massimo risultato possibile.
Ad oggi.
Merito dello staff, merito dei ragazzi, merito del lavoro e della passione.
Ad oggi.
Perché da Martedì incomincera' la nostra nuova stagione, il 2014/15 dove faremo nuovamente la C Dilettanti e la DNG, provando a migliorarci per stazza, profondità del roster e qualità tecniche lavorando come sempre e sempre con il solo gruppo Under 19.
Alberto, capitano del gruppo 1996, ha in tasca il foglietto con il numero delle camere che occupavamo fino a oggi all'Hotel Friuli.
Vogliamo le stesse camere il prossimo anno.
E questa volta non torneremo il Giovedì.

Amara sconfitta con Trento. Si va a casa.

Aquila Trento - Pool 2000 Loano Azimut 62-57 (12-14, 23-28, 36-37)
Aquila Trento: Della Pietra n.e., Brunelli, Failoni, Bernardi 5, Montanarini, Gorreri 21, Galamarini 16, Aldrighetti, Bojovic, Bellan 6, Lenticeo 10, Trentin 4. All. Marchini
Pool 2000 Loano: Villa 8, Pichi 13, Cavallaro n.e., Cerruti, Giulini, Vallefuoco n.e., Markus, Zavaglio 13, Prato 7, Cacace 14, Nicoletti 2, Zobec n.e. All. Prati Ass. Dagliano-Guarnieri

mercoledì 28 maggio 2014

La DNG si riscatta con Venezia.

Reyer Venezia - Pool 2000 Loano Azimut 65-67 (12-10; 34-26; 45-48)
Reyer Venezia: Mihalich 1, Freschi n.e., Zennaro 7, Vildera 10, Bertolo 2, Marcon 8, Trevisan 1, Visconti, Guisse 6, Akele 19, Zucca 5. All. Buffo
Pool 2000 Loano Azimut: Villa 6, Pichi 19, Cavallaro n.e., Guaccio n.e., Giulini 2, Vallefuoco n.e., Markus 4, Zavaglio 2, Prato 11, Cacace 23, Nicoletti, Zobec n.e.. All. Prati Ass. Dagliano-Guarnieri

I commenti a fine Finali Nazionali

martedì 27 maggio 2014

Il Pool cede al Don Bosco Livorno all'esordio a Udine

Basket Pool 2000 Loano - Pall. Don Bosco Livorno 56-61 (13-20; 24-32;33-46)
Pool 2000 Loano: Villa 10, Pichi 5, Cavallaro n.e., Cerruti 2, Guaccio n.e., Giulini 5, Vallefuoco n.e., Markus 7, Zavaglio 9, Prato 7, Cacace 11, Nicoletti. All. Prati
Don Bosco Livorno: Creati n.e., Sollitto 5, Granchi 2, Orsini, Mazzantini 12, Marchini 12, Lucarelli 13, Gavazza n.e., Giancotti, Artioli 4, Thiam, Benventi 13. All. Da Prato

A breve il commento

domenica 25 maggio 2014

The Road to Udine - Parte 4



...e fu così che la stagione si prolungò, venne il momento per la "terribile" diade dei trasporti Rossi&Squarotti di preoccuparsi del tagliando a Mandrake (ndr: soprannome del nostro pulmino societario) e di impostare il "TonTon" in direzione Vasto.
Arrivammo a quelle finali nazionali Under17 da intrusi ed in Abruzzo recitammo bene il ruolo di umili imbucati ad una festa senza disturbare nessuno. Risultammo simpatici a tutti per la nostra allegria, per il colore del gruppo genitori sempre appassionato e corretto, per la sfortuna che nell'ultima giornata colpi' Andrea "Pupo Sfigato" Prato, costretto da un pneumotorace ad un'estate da allettato.
Dopo solo tre giorni salutammo la manifestazione ed il rompete le righe in albergo divenne il momento più intenso. Relegati in una sala secondaria, causa occupazione della hall principale dalla Virtus Bologna, il Presidente Dellacasa fece il bilancio della stagione ma non perse tempo a tracciare immediatamente la rotta per il futuro. Dal rischio chiusura di Giugno 2011 alle Finali Nazionali di Vasto 2012  il "viaggio" era stato lungo e pieno di ostacoli superati con soddisfazione. Nello stesso periodo mentre la Costa Concordia con il suo capitano Schettino era colata a picco per un inchino non dovuto, il Pool era riuscito a salvarsi da qualsiasi "tempesta"senza mai abbassare la testa.
Ci regalammo tanti abbracci e un applauso collettivo per la splendida stagione ma con la testa paradossalmente già' eravamo proiettati alla successiva.
A Settembre ripartimmo con un gruppo unico di lavoro, ventuno ragazzi a dividersi per tre campionati tra serie C regionale, DNG ed Under17, riflesso perfetto di uno staff ancora più integrato e flessibile con due allenatori factotum, un preparatore sciamano, un fisioMago, due accompagnatori trasportatori, una governante governata ed un Presidente sempre più allenatore.
Fu un anno alquanto complesso e difficile da analizzare, vivemmo le partite del campionato di C regionale come preparazione a quelle di DNG mentre utilizzammo l'intera prima fase dell'Under 17 per far crescere il livello medio del gruppo 96'.Con la DNG, con un roster ancora abbondamente sotto leva, trascorremmo una stagione contrastante alternando momenti di estasi collettiva e gioco spumeggiante a gare apatiche con veri suicidi di gruppo. I primi due quarti contro Torino, le vittorie contro Genova nel derby, le splendide partite casalinghe contro Milano e Casalpusterlengo furono lì a testimoniare qualità tecnico-tattiche indiscusse mentre le inopinate sconfitte contro Cus Torino ed Arona servirono da amaro specchio per evidenziare limiti fisici e caratteriali su cui dover migliorare.
La discontinuità, dunque, fu dominante per gran parte della stagione almeno sino a quanto non scatto' una molla, un "clic" secondo definizione presidenziale, che la fece svoltare definitivamente in senso positivo.
Nella settimana post pasquale un'insieme di strane coincidenze si assemblo' però facendo temere il peggio. Gli Under17 sfiorarono la prima drammatica sconfitta nella finale casalinga contro Spezia, a Milano la DNG subì' il ritorno del grande freddo (-30)  ed a chiudere la serie C perse l'ultima partita di regolar season contro il CUS Genova. Considerato che il minimo comune denominatore nell'occasione era il vedere in campo atleti simili a "bradipi affetti da sclerosi multipla" tutti gli indizi di tale crisi, visto lo stato atletico inquietante del gruppo, convergevano sul sergente Guarnieri quale unico responsabile.
In particolare sotto accusa era finito un "richiamino leggero leggero" effettuato il martedì al ritorno dalle feste, due giorni dopo cinque partite di torneo giocato dagli Under17 a Torino e quarantotto ore  prima gara 1 di finale regionale Under17.
La fortuna volle che i danni in quel caso furono limitati ad una figuraccia a Milano ma certamente non fu un caso se da quel momento e per due mesi sino a metà Giugno il gruppo prese letteralmente il volo spinti da una condizione fisica incredibile.
La qualificazione alla fase successiva con la DNG salto' all'ultima giornata dove non basto' la vittoria casalinga contro Biella, imbattuta da 12 gare consecutive, ad agguantare il settimo posto utile causa le concomitanti vittorie di Arona a Casale Monferrato e del CUS Torino a Cantù'.
Quella partita, giocata e vinta senza metà' squadra con i 96' preservati per lo spareggio interzonale, rappresento' una grande dimostrazione di carattere e fu anche l'occasione per rivedere in campo Andrea "Pupo Sfigato" Prato che dopo aver superato il problema al pneumotorace aveva pensato bene a Gennaio nella finale di Coppa Liguria di lasciare che la sua coscia si dividesse in due direzioni diverse.
Gli Under17 vinsero nettamente lo spareggio contro il CUS Torino al PalaLido di Milano e così  la May Madness in casa Pool avrebbe previsto l'interzona Under17 da disputare sempre a Fidenza ed i playoff di serie C Regionale partendo dalla settima piazza.
I ragazzi  cari al Presidente Dellacasa ribaltarono nei quarti il fattore campo superando grazie ad una splendida prestazione in gara 3 a Genova un CUS infarcito di ex e con entusiasmo crescente si avvicinarono alla sfida di semifinale al meglio delle cinque contro un'Ovada favoritissima per il salto di categoria, forte di undici vittorie consecutive arrivate in chiusura di regolar season. Le prime due gare della serie videro un Pool ai limiti della perfezione violare il PalaGeirino girando completamente la serie a proprio favore visto il vantaggio di giocare le due successive sul campo amico del PalaGarassini.
Nel frattempo, però, c'era la pratica interzona da sbrigare con gli Under17 con ben cinque atleti impiegati doppiamente. L'albergo di Tabiano porto' bene per la seconda volta, lo staff mise su i soliti 3 kg in 3 giorni grazie all'ottima cucina e per chiudere panini e foto ricordo al McDonald's, esattamente come la stagione precedente. Il raggiungimento delle finali nazionali Under17 fu il primo traguardo, il secondo fu la conquista della finale promozione di serie C dopo la vittoria in gara 3 contro Ovada in un Palazzetto sempre più caliente ed affettuoso.
Ad aspettare i bianconeri tra fine Maggio ed inizio Giugno il Follo del Presidente Amadori in una rivincita della finale promozione vinta nel 2010 ed una finale nazionale Under17 da disputare a Civitanova Marche a partire dal giorno successivo all'eventuale gara cinque della finale di serie C. 
La gara cinque a Follo, però, fortunatamente o sfortunatamente a seconda dei punti di vista non fu mai disputata. La dea bendata giro' la faccia ai bianconeri e si materializzo' in due occasioni in quella serie: in gara 2 con una tripla beffarda di Ferrari sulla sirena capace di portare ai supplementari ed evitare la sconfitta interna agli spezzini, in gara 4 sotto forma di coperchio al canestro nell'ultimo layup decisivo di Manuelli.
I bianconeri furono salutati dagli applausi scroscianti di un PalaGarassini gremito e dopo solo tre giorni si diedero appuntamento con direzione Marche.
Gli imbucati dell'anno precedente si presentarono in questa occasione con regolare biglietto d'invito dimostrando maggiore presenza e diverso piglio. Dopo aver superato gli ostacoli Leoncino Mestre e Casale Monferrato nelle prime due giornate, i ragazzi bianconeri divennero i protagonisti del torneo facendo filotto nel girone dopo aver battuto l'Armani Junior Milano ed entrando dalla porta principale nei quarti di finale tra le migliori otto d'Italia.
I ricordi personali di quei giorni sono nitidi e segnano momenti che probabilmente mai dimenticherò.
Vivemmo la vigilia con la consapevolezza contrastante di avere la forza per poter arrivare fino in fondo ma ugualmente la "paura" di poter compiere qualcosa di veramente grandioso. Questa ultima emozione, purtroppo, prevalse nel giorno successivo e blocco' i ragazzi per gran parte della gara. Con Marco e Piero cercammo di rassicurarli ed allo stesso tempo scuoterli con forza in alcuni time out, ottenemmo una reazione ma non basto'. Siena vinse meritatamente, arrivo' in finale per poi perdere contro Milano.
Anche in quell'occasione arrivo' il momento di salutarci facendo un bilancio dell'esperienza vissuta e segnando la direzione per il futuro.
Per me fu un momento triste. Quella vissuta era stata la mia ultima partita sulla panchina del Pool, avevo già deciso di provare una nuova esperienza lontano da "casa" e dopo cinque anni le nostre strade si sarebbero divise.
I legami forti resistono, però, a qualsiasi distanza o spazio fisico.
Per un anno ho seguito le sorti della squadra puntualmente aggiornato dai messaggi realtime di Stefano, dalle chiacchierate notturne con Marco e dalle telefonate affettuose di altri dello staff e di qualche genitore, ho sofferto nelle difficoltà iniziali così come ho gioito al raggiungimento di un altro obiettivo prima sognato e poi realizzato.
Il viaggio per Udine e' cominciato anni fa e si concretizza oggi, in quest'ultimo mese ho avuto il piacere di "accompagnarvi" idealmente su questa strada rimembrando le tappe più importanti di un percorso che ci ha visto protagonisti assieme.
Ci eravamo lasciati a Porto S.Elpidio nella sala del campeggio dove venivamo ospitati e ci ritroveremo all'Hotel Friuli.
Da quel momento basta ricordi, e' arrivato il tempo di scrivere nuove pagine di storia!!!
Forza ragazzi, forza Pool Loano!!!

mercoledì 21 maggio 2014

The Road to Udine - Parte 3



…dopo il successo a Milano il gruppo iniziò veramente a crederci, al ritorno in campo dopo le festività la netta vittoria casalinga di 18 punti contro Desio lanciò i bianconeri verso il sesto posto con un record di 5 vittorie e 7 sconfitte. Tutto l’entourage ligure iniziò cosi a ritenere possibile una clamorosa remuntada anche se in calendario c’erano le due terribili gare contro Bergamo fuori casa e Biella tra le mura amiche da affrontare con un Manuelli in meno causa infortunio. Fu l’occasione, però, per lanciare in campo in campo altri ragazzi del 96’ e se non fosse stata per la presenza di quattro seniores nel roster della DNC l’idea del gruppo unico di lavoro Under 17-19-DNC già si sarebbe concretizzata.
A Bergamo si arrivò tra la neve con il tempo a fare da ideale promemoria del -40 subito all’andata ma a distanza di soli quattro mesi la musica in campo era totalmente cambiata. I bianconeri giocarono alla pari tutta la gara ed arrivarono al rush finale in vantaggio trascinati da una superba prova dei due 96’ Tommaso Pichi ed Alberto Cacace. Fu proprio quest’ultimo però a sbagliare il “calcio di rigore” decisivo a 20” dalla fine provocando poi con un successivo errore di frustrazione una fischiata assassina che di fatto scippò la vittoria ai loanesi svegliandoli dal sogno qualificazione.
La crescita dei ragazzi in quei mesi, anche se a volte non accompagnata dai risultati , fu netta e palpabile. L’interzona desiderata per gli Under19 arrivò, invece, per gli Under 17 che dopo aver conquistato il territorio sabaudo nel girone preliminare riuscirono a prevalere sull’Azzurra Trieste in uno spareggio al cardiopalma in quel di Scandiano, levandosi cosi la scimmia dalla spalla presente dall’anno precedente.  Mai come quella volta la vittoria rappresentò una liberazione per tutti, dopo un’estate tormentata con il rischio di chiusura ed una stagione cosi complessa e sofferta quel successo regalò un sorriso e ci diede spinta motivazionale a lavorare ancora più intensamente. Ci aspettava il concentramento di Fidenza con Venezia, Sassari e Desio come avversarie da superare per accedere alle finali nazionali, un traguardo raggiunto solo una volta con l’annata 1988.
Considerati dagli addetti ai lavori come outsider del girone ma pur sempre una squadra ligure, arrivammo all’appuntamento con una preparazione super sotto ogni punto di vista. I ragazzi erano stati torchiati da un sergente Guarnieri curioso di verificare se la soglia di “acido” e di resistenza allo sforzo si fosse alzata dopo la sua classica cura , erano stati educati da coach Costagliola alla preparazione delle partite ed alla cura di ogni minimo dettaglio dopo intense sedute al videotape ed erano stati caricati a dovere dai messaggini serali di un Presidente voglioso di riscrivere la storia della propria società. A coach Prati restava il difficile compito, impossibile per altri, di contenere ed indirizzare al meglio tutta l’energia presente nell’aria.
Con la Reyer Venezia, una delle favorite per lo scudetto,  subito saltò il piano torneo. Dovevamo provare a non sprecare energie fisiche in vista degli altri due match più abbordabili ed invece ci trovammo a giocarla sino all’ultimo possesso della gara. Con Sassari un super Spissu ci fece tremare sino all’intervallo poi un Torrini in versione stopper ed un sussulto nell’ultimo quarto ci regalarono vittoria e spareggio nell’ultima giornata contro Desio.  I lombardi erano la squadra che conoscevamo meglio e su cui avevamo basato gran parte della preparazione, consapevoli già prima di partire che il nostro sogno di accedere alle finali nazionali sarebbe svanito o si sarebbe tramutato in realtà in quella battaglia. La vigilia nel quartier generale trascorse serenamente.
Lo staff per nulla provato dall’ansia continuò a bivaccare ed apprezzare l’ottima cucina casareccia dell’Albergo…., i ragazzi dopo cena iniziarono la loro maratona a Bang e cosi il programma di avvicinamento all’evento si svolse in maniera regolare.
Nella notte, però, qualcosa successe. Coach Costagliola e coach Prati iniziarono il solito siparietto ligure-napoletano con il secondo a mettere pressione sui tempi di elaborazione del video ed il primo "sorprendentemente", in colpevole ritardo per delle modifiche da apportare sulla base di nuove idee maturate all’ultimo momento. Fu cosi che circa alle tre di notte nacque l’idea della difesa “30”,  una zona con partenza dispari che doveva poi diventare una uomo di contenimento per far saltare gli oliati meccanismi offensivi maggiormente usati dagli avversari.  
Solo a quel punto si spense la luce in camera e furono sogni d’oro.
La partita fu di una durezza unica, i lombardi presero subito il comando della gara e per ben due occasioni scapparono via producendo vantaggi importanti. Malgrado non si facesse mai canestro, la resistenza dei bianconeri fu stoica, per ben due volte prima dell’ultimo quarto rientrarono in partita ma a quattro minuti dalla fine sul +12 per i desiani il fortino bianconero era oramai prossimo a crollare. I ragazzi cari al Presidente Dellacasa però ebbero ancora la forza di crederci e quello che successe in quei quattro minuti finali non fu assolutamente frutto del caso.
Dopo una penetrazione di Cerutti e un libero di Cacace, la prima tripla di Tommaso Pichi, vicino ad una crisi di nervi durante la partita, levò il tappo ad una bottiglia di spumante ben agitata. Le energie fisiche ed emotive dei bianconeri furono libere di esprimersi, l’ala di San Margherita colpi per altre due volte dalla distanza  ricucendo in un amen il margine dal 41 -50 al 50-50, la difesa “30” utilizzata al momento giusto fece il resto bloccando totalmente l’attacco ospite.
Fini’ 57-53 con un 19- 3 micidiale in quattro storici minuti.
Il Pool era alle finali nazionali.
Io, quella vittoria, l’avevo sognata la notte precedente. Appena sveglio raccontai a Marco di una battaglia tra due eserciti, uno dotato di carrarmati e potenti armi l’altro di mitra e carabine, vinta da quest’ultimo dopo aver resistito a tre bombardamenti.
Dopo la vittoria negli spogliatoi ci apparve molto chiara l’associazione onirica, i tre raid non erano altro che i  vantaggi accumulati dai lombardi durante la gara non sufficienti, tuttavia,  a battere il grande cuore e l’ottima strategia dei liguri, le nostre principali armi.
Anche in quel caso il sogno si era fatto realtà.
Finimmo con il festeggiare a nostro modo mangiando il pranzo al sacco preparatoci dall’albergo ai tavoli del McDonald’s di Fidenza….
Nessuno è come noi.
Arrivederci alla prossima puntata.


venerdì 9 maggio 2014

The Road To Udine - Parte 2



…la sconfitta contro Desio di un solo punto allo scadere mentre fece andare in bancarotta le più importanti agenzie di scommesse che per l’occasione dell’esordio di una ligure in terra lombarda avevan quotato l’1 per i locali con un handicap di 22,5 punti a favore, su un altro fronte alimentò il positivismo estremo di coach Costagliola che già vedeva la proiezione della squadra nell’elite del basket nazionale.  L’esame della dura realtà però non tardò ad arrivare, nei successivi turni i bianconeri incapparono in quattro sconfitte con il “grande freddo” calato nella trasferta in Piemonte contro Biella (-38 ) ed in casa contro la Comark Bergamo (-40). In occasione della trasferta di Brescia sul viaggio della squadra si abbattè una vera e propria tempesta ma quello che i ragazzi cari al Presidente Dellacasa dovettero affrontare lungo il viaggio non fu niente rispetto al ciclone chiamato “Piero” abbattutosi negli spogliatoi all’intervallo. Fu una delle volte in cui con immenso piacere lo delegai per dire “soltanto due parole”!!
Le cinque sconfitte consecutive però furono il modo per farci capire che per rafforzare il gruppo paradossalmente bisognava ringiovanirne i ranghi, d’altronde se con la prima squadra in serie C si faceva giocare gli Under19 era giusto che con gli Under19 iniziassero a trovar spazio gli Under 17 al primo anno. La prima vittoria contro Cantu’ di Abass ruppe il digiuno, la robusta sconfitta contro Moncalieri servi’ a coach Costagliola per apportare un ulteriore correttivo, questa volta al suo look tagliando il pizzetto vigorosamente contestato da un ragazzo della rosa ma dopo quella gara si trovò l’equilibrio giusto tra immagine e sostanza.
Le due vittorie casalinghe contro Arona e Varese furono un’importante iniezione di autostima e fu cosi che per l’ultima partita dell’anno solare 2011 i bianconeri si trovarono a far visita all’Armani Jeans Milano, saldamente nelle prime posizioni della classifica, nello storico PalaLido di Milano.  
Arrivati nella struttura di Piazzale Stuparich a fare da Cicerone ci pensò Jack Cacace, ex di turno dopo tre anni trascorsi nelle giovanili milanesi. Il capitano dopo aver indicato la strada degli spogliatoi ai compagni immediatamente passò al saluto di tutti i suoi compagni cosi come degli atleti della prima squadra, in primis capitano Mason Rocca.  Ad accompagnarlo il Ministro dei Trasporti Paride Squarotti che, trovando in Jack un prezioso lasciapassare nei confronti di staff e giocatori della serie A meneghina, non perse la ghiotta occasione di arricchire il suo famoso album di foto ed autografi.
In questo trambusto c’era anche un match da giocare…
Coach Costagliola, per l’occasione privo del fido Guarnieri, si trovò a parlare a briglia sciolte negli spogliatoi cosi quello che disse ai suoi ragazzi prima e durante l’intervallo solo loro e le mura degli scantinati del PalaLido lo potranno un giorno testimoniare.
Sicuramente però il presidente Dellacasa potrà confermare il testo del messaggio partito 18 minuti prima della palla a due…”Non succede ma se succede…”
I loanesi cosi scesero in campo senza alcun timore reverenziale, lottarono alla pari per l’intero primo parziale salvo subire un break di dieci punti prima dell’intervallo grazie alle iniziative di Amato e Bartoli (nazionali U18 in quel periodo ed adesso giocatori di LegaGold a Casale e Trapani). Sotto di dieci lunghezze i bianconeri trovarono la forza ed il coraggio di credere ancora  nel successo e cosi dopo l’intervallo trascinati da Giacomo Cacace con un quintetto con tre under 17 in campo (Alberto Cacace e Cerutti i due 96’ praticamente all’esordio) iniziarono una lenta rimonta concretizzatasi sulla sirena.
Quaranta secondi finali di gara da ricordare con la cronaca presa dall’articolo della gara:  
Sulla rimessa organizzata chiamata dalla panchina ospite micidiale si rivelava il pick&pop tra Manuelli e Ferrari, l'ala loanese doc si dimostrava glaciale dalla distanza e firmava con la terza tripla di serata il 70-67.  Cacace G. accorciava ancora dalla lunetta (70-68). Guida si faceva maledire per una distrazione a rimbalzo difensivo con conseguente fallo su Mantelli che ne segnava 1su2 (71-68). Sul secondo Amato era più lesto degli esterni bianconeri a conquistare rimbalzo ed allungava ancora dalla linea della carità sul 72-68 a venti secondi dal termine. Guida con un tap in a rimbalzo offensivo si faceva perdonare (72-70) e con 10 secondi ancora da giocare Amato si ritrovava in lunetta per i liberi decisivi. La mano del nazionale lombardo tremava e questa volta i bianconeri strappavano con le unghie il possesso. Con 6 secondi ancora da giocare la palla dopo la rimessa finiva nelle mani di Manuelli che era abile a pescare libero Alessandro Ferrari oltre la linea dei 6.75. La mano dell'esterno loanese si dimostrava ancora calda e sulla sirena la preghiera lanciata finiva nel fondo della retina per il 72-73 finale.
 A quel punto il boato di gioia squarciava il silenzio e l'abbraccio caldo in cui si stringevano i ragazzi bianconeri bilanciava il gelo sceso all'interno del PalaLido. Mai ritorno dalla terra del basket per antonomasia nel cuore della notte si rivelava più dolce per i giovani ragazzi liguri, un piccolo sogno si era fatto realtà.”
Era successo, la piccola Loano era stata capace di battere la grande Milano.
Ognuno dei presenti quella sera conserverà il suo personale ricordo e potrà raccontare a qualcuno questa bellissima storia.
Alessandro Ferrari diventerà in futuro un abile ingegnere e siamo sicuri che in qualche momento del suo lavoro un giorno troverà il modo per ricordare quel canestro vincente.
Giacomo Cacace potrà sempre pensare a questa vittoria come ad un paradosso della vita, l’anno precedente esordiente in serie A ed in Eurolega all’Oaka di Atene con le scarpette rosse mentre quello successivo vincente da ex con la maglia della sua città natale.
Alberto Cacace il più giovane in campo della banda che fece l’impresa potrà pensare a quell’occasione come ad un segno del destino, un futuro radioso che altri avevan sognato prima di lui.
Il mio personale ricordo, invece, sarà sempre racchiuso in una sensazione poco spiegabile di pienezza e gratificazione che mi accompagnò lungo tutto il viaggio di ritorno dalla pianura padana.  Assorto nei miei pensieri guardavo il buio panorama esterno dal finestrino del pulmino, sognando ad occhi aperti ripercorrevo alcune tappe della mia vita e gli ultimi tre anni a Loano.
In un triennio eravamo passati dal gioire per le vittorie nei derby contro Albenga e Ceriale ad espugnare uno dei templi del basket giovanile italiano.  
La sveglia me la suonò Paride all’arrivo all’Agip di Loano, alla discesa dal bus mi abbracciò ed ebbi la conferma che la realtà era veritiera.
Bisogna credere nei sogni, a volte si realizzano.
Arrivederci alla prossima puntata.

P.S. La rimessa a 40” dalla fine  con cui Ferrari siglò il 70-67 fu nominata “Milano” e venne riprodotta in tante altre occasioni con diversi risultati.
C’è poco da fare, quando deve succedere….succede!!!

Nella foto il finale al PalaLido.