mercoledì 21 maggio 2014

The Road to Udine - Parte 3



…dopo il successo a Milano il gruppo iniziò veramente a crederci, al ritorno in campo dopo le festività la netta vittoria casalinga di 18 punti contro Desio lanciò i bianconeri verso il sesto posto con un record di 5 vittorie e 7 sconfitte. Tutto l’entourage ligure iniziò cosi a ritenere possibile una clamorosa remuntada anche se in calendario c’erano le due terribili gare contro Bergamo fuori casa e Biella tra le mura amiche da affrontare con un Manuelli in meno causa infortunio. Fu l’occasione, però, per lanciare in campo in campo altri ragazzi del 96’ e se non fosse stata per la presenza di quattro seniores nel roster della DNC l’idea del gruppo unico di lavoro Under 17-19-DNC già si sarebbe concretizzata.
A Bergamo si arrivò tra la neve con il tempo a fare da ideale promemoria del -40 subito all’andata ma a distanza di soli quattro mesi la musica in campo era totalmente cambiata. I bianconeri giocarono alla pari tutta la gara ed arrivarono al rush finale in vantaggio trascinati da una superba prova dei due 96’ Tommaso Pichi ed Alberto Cacace. Fu proprio quest’ultimo però a sbagliare il “calcio di rigore” decisivo a 20” dalla fine provocando poi con un successivo errore di frustrazione una fischiata assassina che di fatto scippò la vittoria ai loanesi svegliandoli dal sogno qualificazione.
La crescita dei ragazzi in quei mesi, anche se a volte non accompagnata dai risultati , fu netta e palpabile. L’interzona desiderata per gli Under19 arrivò, invece, per gli Under 17 che dopo aver conquistato il territorio sabaudo nel girone preliminare riuscirono a prevalere sull’Azzurra Trieste in uno spareggio al cardiopalma in quel di Scandiano, levandosi cosi la scimmia dalla spalla presente dall’anno precedente.  Mai come quella volta la vittoria rappresentò una liberazione per tutti, dopo un’estate tormentata con il rischio di chiusura ed una stagione cosi complessa e sofferta quel successo regalò un sorriso e ci diede spinta motivazionale a lavorare ancora più intensamente. Ci aspettava il concentramento di Fidenza con Venezia, Sassari e Desio come avversarie da superare per accedere alle finali nazionali, un traguardo raggiunto solo una volta con l’annata 1988.
Considerati dagli addetti ai lavori come outsider del girone ma pur sempre una squadra ligure, arrivammo all’appuntamento con una preparazione super sotto ogni punto di vista. I ragazzi erano stati torchiati da un sergente Guarnieri curioso di verificare se la soglia di “acido” e di resistenza allo sforzo si fosse alzata dopo la sua classica cura , erano stati educati da coach Costagliola alla preparazione delle partite ed alla cura di ogni minimo dettaglio dopo intense sedute al videotape ed erano stati caricati a dovere dai messaggini serali di un Presidente voglioso di riscrivere la storia della propria società. A coach Prati restava il difficile compito, impossibile per altri, di contenere ed indirizzare al meglio tutta l’energia presente nell’aria.
Con la Reyer Venezia, una delle favorite per lo scudetto,  subito saltò il piano torneo. Dovevamo provare a non sprecare energie fisiche in vista degli altri due match più abbordabili ed invece ci trovammo a giocarla sino all’ultimo possesso della gara. Con Sassari un super Spissu ci fece tremare sino all’intervallo poi un Torrini in versione stopper ed un sussulto nell’ultimo quarto ci regalarono vittoria e spareggio nell’ultima giornata contro Desio.  I lombardi erano la squadra che conoscevamo meglio e su cui avevamo basato gran parte della preparazione, consapevoli già prima di partire che il nostro sogno di accedere alle finali nazionali sarebbe svanito o si sarebbe tramutato in realtà in quella battaglia. La vigilia nel quartier generale trascorse serenamente.
Lo staff per nulla provato dall’ansia continuò a bivaccare ed apprezzare l’ottima cucina casareccia dell’Albergo…., i ragazzi dopo cena iniziarono la loro maratona a Bang e cosi il programma di avvicinamento all’evento si svolse in maniera regolare.
Nella notte, però, qualcosa successe. Coach Costagliola e coach Prati iniziarono il solito siparietto ligure-napoletano con il secondo a mettere pressione sui tempi di elaborazione del video ed il primo "sorprendentemente", in colpevole ritardo per delle modifiche da apportare sulla base di nuove idee maturate all’ultimo momento. Fu cosi che circa alle tre di notte nacque l’idea della difesa “30”,  una zona con partenza dispari che doveva poi diventare una uomo di contenimento per far saltare gli oliati meccanismi offensivi maggiormente usati dagli avversari.  
Solo a quel punto si spense la luce in camera e furono sogni d’oro.
La partita fu di una durezza unica, i lombardi presero subito il comando della gara e per ben due occasioni scapparono via producendo vantaggi importanti. Malgrado non si facesse mai canestro, la resistenza dei bianconeri fu stoica, per ben due volte prima dell’ultimo quarto rientrarono in partita ma a quattro minuti dalla fine sul +12 per i desiani il fortino bianconero era oramai prossimo a crollare. I ragazzi cari al Presidente Dellacasa però ebbero ancora la forza di crederci e quello che successe in quei quattro minuti finali non fu assolutamente frutto del caso.
Dopo una penetrazione di Cerutti e un libero di Cacace, la prima tripla di Tommaso Pichi, vicino ad una crisi di nervi durante la partita, levò il tappo ad una bottiglia di spumante ben agitata. Le energie fisiche ed emotive dei bianconeri furono libere di esprimersi, l’ala di San Margherita colpi per altre due volte dalla distanza  ricucendo in un amen il margine dal 41 -50 al 50-50, la difesa “30” utilizzata al momento giusto fece il resto bloccando totalmente l’attacco ospite.
Fini’ 57-53 con un 19- 3 micidiale in quattro storici minuti.
Il Pool era alle finali nazionali.
Io, quella vittoria, l’avevo sognata la notte precedente. Appena sveglio raccontai a Marco di una battaglia tra due eserciti, uno dotato di carrarmati e potenti armi l’altro di mitra e carabine, vinta da quest’ultimo dopo aver resistito a tre bombardamenti.
Dopo la vittoria negli spogliatoi ci apparve molto chiara l’associazione onirica, i tre raid non erano altro che i  vantaggi accumulati dai lombardi durante la gara non sufficienti, tuttavia,  a battere il grande cuore e l’ottima strategia dei liguri, le nostre principali armi.
Anche in quel caso il sogno si era fatto realtà.
Finimmo con il festeggiare a nostro modo mangiando il pranzo al sacco preparatoci dall’albergo ai tavoli del McDonald’s di Fidenza….
Nessuno è come noi.
Arrivederci alla prossima puntata.


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