venerdì 9 maggio 2014

The Road To Udine - Parte 2



…la sconfitta contro Desio di un solo punto allo scadere mentre fece andare in bancarotta le più importanti agenzie di scommesse che per l’occasione dell’esordio di una ligure in terra lombarda avevan quotato l’1 per i locali con un handicap di 22,5 punti a favore, su un altro fronte alimentò il positivismo estremo di coach Costagliola che già vedeva la proiezione della squadra nell’elite del basket nazionale.  L’esame della dura realtà però non tardò ad arrivare, nei successivi turni i bianconeri incapparono in quattro sconfitte con il “grande freddo” calato nella trasferta in Piemonte contro Biella (-38 ) ed in casa contro la Comark Bergamo (-40). In occasione della trasferta di Brescia sul viaggio della squadra si abbattè una vera e propria tempesta ma quello che i ragazzi cari al Presidente Dellacasa dovettero affrontare lungo il viaggio non fu niente rispetto al ciclone chiamato “Piero” abbattutosi negli spogliatoi all’intervallo. Fu una delle volte in cui con immenso piacere lo delegai per dire “soltanto due parole”!!
Le cinque sconfitte consecutive però furono il modo per farci capire che per rafforzare il gruppo paradossalmente bisognava ringiovanirne i ranghi, d’altronde se con la prima squadra in serie C si faceva giocare gli Under19 era giusto che con gli Under19 iniziassero a trovar spazio gli Under 17 al primo anno. La prima vittoria contro Cantu’ di Abass ruppe il digiuno, la robusta sconfitta contro Moncalieri servi’ a coach Costagliola per apportare un ulteriore correttivo, questa volta al suo look tagliando il pizzetto vigorosamente contestato da un ragazzo della rosa ma dopo quella gara si trovò l’equilibrio giusto tra immagine e sostanza.
Le due vittorie casalinghe contro Arona e Varese furono un’importante iniezione di autostima e fu cosi che per l’ultima partita dell’anno solare 2011 i bianconeri si trovarono a far visita all’Armani Jeans Milano, saldamente nelle prime posizioni della classifica, nello storico PalaLido di Milano.  
Arrivati nella struttura di Piazzale Stuparich a fare da Cicerone ci pensò Jack Cacace, ex di turno dopo tre anni trascorsi nelle giovanili milanesi. Il capitano dopo aver indicato la strada degli spogliatoi ai compagni immediatamente passò al saluto di tutti i suoi compagni cosi come degli atleti della prima squadra, in primis capitano Mason Rocca.  Ad accompagnarlo il Ministro dei Trasporti Paride Squarotti che, trovando in Jack un prezioso lasciapassare nei confronti di staff e giocatori della serie A meneghina, non perse la ghiotta occasione di arricchire il suo famoso album di foto ed autografi.
In questo trambusto c’era anche un match da giocare…
Coach Costagliola, per l’occasione privo del fido Guarnieri, si trovò a parlare a briglia sciolte negli spogliatoi cosi quello che disse ai suoi ragazzi prima e durante l’intervallo solo loro e le mura degli scantinati del PalaLido lo potranno un giorno testimoniare.
Sicuramente però il presidente Dellacasa potrà confermare il testo del messaggio partito 18 minuti prima della palla a due…”Non succede ma se succede…”
I loanesi cosi scesero in campo senza alcun timore reverenziale, lottarono alla pari per l’intero primo parziale salvo subire un break di dieci punti prima dell’intervallo grazie alle iniziative di Amato e Bartoli (nazionali U18 in quel periodo ed adesso giocatori di LegaGold a Casale e Trapani). Sotto di dieci lunghezze i bianconeri trovarono la forza ed il coraggio di credere ancora  nel successo e cosi dopo l’intervallo trascinati da Giacomo Cacace con un quintetto con tre under 17 in campo (Alberto Cacace e Cerutti i due 96’ praticamente all’esordio) iniziarono una lenta rimonta concretizzatasi sulla sirena.
Quaranta secondi finali di gara da ricordare con la cronaca presa dall’articolo della gara:  
Sulla rimessa organizzata chiamata dalla panchina ospite micidiale si rivelava il pick&pop tra Manuelli e Ferrari, l'ala loanese doc si dimostrava glaciale dalla distanza e firmava con la terza tripla di serata il 70-67.  Cacace G. accorciava ancora dalla lunetta (70-68). Guida si faceva maledire per una distrazione a rimbalzo difensivo con conseguente fallo su Mantelli che ne segnava 1su2 (71-68). Sul secondo Amato era più lesto degli esterni bianconeri a conquistare rimbalzo ed allungava ancora dalla linea della carità sul 72-68 a venti secondi dal termine. Guida con un tap in a rimbalzo offensivo si faceva perdonare (72-70) e con 10 secondi ancora da giocare Amato si ritrovava in lunetta per i liberi decisivi. La mano del nazionale lombardo tremava e questa volta i bianconeri strappavano con le unghie il possesso. Con 6 secondi ancora da giocare la palla dopo la rimessa finiva nelle mani di Manuelli che era abile a pescare libero Alessandro Ferrari oltre la linea dei 6.75. La mano dell'esterno loanese si dimostrava ancora calda e sulla sirena la preghiera lanciata finiva nel fondo della retina per il 72-73 finale.
 A quel punto il boato di gioia squarciava il silenzio e l'abbraccio caldo in cui si stringevano i ragazzi bianconeri bilanciava il gelo sceso all'interno del PalaLido. Mai ritorno dalla terra del basket per antonomasia nel cuore della notte si rivelava più dolce per i giovani ragazzi liguri, un piccolo sogno si era fatto realtà.”
Era successo, la piccola Loano era stata capace di battere la grande Milano.
Ognuno dei presenti quella sera conserverà il suo personale ricordo e potrà raccontare a qualcuno questa bellissima storia.
Alessandro Ferrari diventerà in futuro un abile ingegnere e siamo sicuri che in qualche momento del suo lavoro un giorno troverà il modo per ricordare quel canestro vincente.
Giacomo Cacace potrà sempre pensare a questa vittoria come ad un paradosso della vita, l’anno precedente esordiente in serie A ed in Eurolega all’Oaka di Atene con le scarpette rosse mentre quello successivo vincente da ex con la maglia della sua città natale.
Alberto Cacace il più giovane in campo della banda che fece l’impresa potrà pensare a quell’occasione come ad un segno del destino, un futuro radioso che altri avevan sognato prima di lui.
Il mio personale ricordo, invece, sarà sempre racchiuso in una sensazione poco spiegabile di pienezza e gratificazione che mi accompagnò lungo tutto il viaggio di ritorno dalla pianura padana.  Assorto nei miei pensieri guardavo il buio panorama esterno dal finestrino del pulmino, sognando ad occhi aperti ripercorrevo alcune tappe della mia vita e gli ultimi tre anni a Loano.
In un triennio eravamo passati dal gioire per le vittorie nei derby contro Albenga e Ceriale ad espugnare uno dei templi del basket giovanile italiano.  
La sveglia me la suonò Paride all’arrivo all’Agip di Loano, alla discesa dal bus mi abbracciò ed ebbi la conferma che la realtà era veritiera.
Bisogna credere nei sogni, a volte si realizzano.
Arrivederci alla prossima puntata.

P.S. La rimessa a 40” dalla fine  con cui Ferrari siglò il 70-67 fu nominata “Milano” e venne riprodotta in tante altre occasioni con diversi risultati.
C’è poco da fare, quando deve succedere….succede!!!

Nella foto il finale al PalaLido.

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