…dopo il successo a Milano il gruppo iniziò veramente a
crederci, al ritorno in campo dopo le festività la netta vittoria casalinga di
18 punti contro Desio lanciò i bianconeri verso il sesto posto con un record di
5 vittorie e 7 sconfitte. Tutto l’entourage ligure iniziò cosi a ritenere possibile
una clamorosa remuntada anche se in calendario c’erano le due terribili gare
contro Bergamo fuori casa e Biella tra le mura amiche da affrontare con un
Manuelli in meno causa infortunio. Fu l’occasione, però, per lanciare in campo in
campo altri ragazzi del 96’ e se non fosse stata per la presenza di quattro
seniores nel roster della DNC l’idea del gruppo unico di lavoro Under 17-19-DNC
già si sarebbe concretizzata.
A Bergamo si arrivò tra la neve con il tempo a fare da ideale
promemoria del -40 subito all’andata ma a distanza di soli quattro mesi la
musica in campo era totalmente cambiata. I bianconeri giocarono alla pari tutta
la gara ed arrivarono al rush finale in vantaggio trascinati da una superba
prova dei due 96’ Tommaso Pichi ed Alberto Cacace. Fu proprio quest’ultimo però
a sbagliare il “calcio di rigore” decisivo a 20” dalla fine provocando poi con
un successivo errore di frustrazione una fischiata assassina che di fatto
scippò la vittoria ai loanesi svegliandoli dal sogno qualificazione.
La crescita dei ragazzi in quei mesi, anche se a
volte non accompagnata dai risultati , fu netta e palpabile. L’interzona
desiderata per gli Under19 arrivò, invece, per gli Under 17 che dopo aver
conquistato il territorio sabaudo nel girone preliminare riuscirono a prevalere
sull’Azzurra Trieste in uno spareggio al cardiopalma in quel di Scandiano,
levandosi cosi la scimmia dalla spalla presente dall’anno precedente. Mai come quella volta la vittoria rappresentò
una liberazione per tutti, dopo un’estate tormentata con il rischio di chiusura
ed una stagione cosi complessa e sofferta quel successo regalò un sorriso e ci
diede spinta motivazionale a lavorare ancora più intensamente. Ci aspettava il
concentramento di Fidenza con Venezia, Sassari e Desio come avversarie da
superare per accedere alle finali nazionali, un traguardo raggiunto solo una
volta con l’annata 1988.
Considerati dagli addetti ai lavori come outsider del girone
ma pur sempre una squadra ligure, arrivammo all’appuntamento con una
preparazione super sotto ogni punto di vista. I ragazzi erano stati torchiati
da un sergente Guarnieri curioso di verificare se la soglia di “acido” e di
resistenza allo sforzo si fosse alzata dopo la sua classica cura , erano stati
educati da coach Costagliola alla preparazione delle partite ed alla cura di
ogni minimo dettaglio dopo intense sedute al videotape ed erano stati caricati
a dovere dai messaggini serali di un Presidente voglioso di riscrivere la
storia della propria società. A coach Prati restava il difficile compito,
impossibile per altri, di contenere ed indirizzare al meglio tutta l’energia
presente nell’aria.
Con la Reyer Venezia, una delle favorite per lo scudetto, subito saltò il piano torneo. Dovevamo provare
a non sprecare energie fisiche in vista degli altri due match più abbordabili
ed invece ci trovammo a giocarla sino all’ultimo possesso della gara. Con
Sassari un super Spissu ci fece tremare sino all’intervallo poi un Torrini in
versione stopper ed un sussulto nell’ultimo quarto ci regalarono vittoria e
spareggio nell’ultima giornata contro Desio.
I lombardi erano la squadra che conoscevamo meglio e su cui avevamo
basato gran parte della preparazione, consapevoli già prima di partire che il
nostro sogno di accedere alle finali nazionali sarebbe svanito o si sarebbe
tramutato in realtà in quella battaglia. La vigilia nel quartier generale
trascorse serenamente.
Lo staff per nulla provato dall’ansia continuò a bivaccare
ed apprezzare l’ottima cucina casareccia dell’Albergo…., i ragazzi dopo cena
iniziarono la loro maratona a Bang e cosi il programma di avvicinamento
all’evento si svolse in maniera regolare.
Nella notte, però, qualcosa successe. Coach Costagliola e
coach Prati iniziarono il solito siparietto ligure-napoletano con il secondo a
mettere pressione sui tempi di elaborazione del video ed il primo
"sorprendentemente", in colpevole ritardo per delle modifiche da
apportare sulla base di nuove idee maturate all’ultimo momento. Fu cosi che
circa alle tre di notte nacque l’idea della difesa “30”, una zona con partenza dispari che doveva poi
diventare una uomo di contenimento per far saltare gli oliati meccanismi offensivi
maggiormente usati dagli avversari.
Solo a quel punto si spense la luce in camera e furono sogni
d’oro.
La partita fu di una durezza unica, i lombardi presero
subito il comando della gara e per ben due occasioni scapparono via producendo
vantaggi importanti. Malgrado non si facesse mai canestro, la resistenza dei
bianconeri fu stoica, per ben due volte prima dell’ultimo quarto rientrarono in
partita ma a quattro minuti dalla fine sul +12 per i desiani il fortino
bianconero era oramai prossimo a crollare. I ragazzi cari al Presidente
Dellacasa però ebbero ancora la forza di crederci e quello che successe in quei
quattro minuti finali non fu assolutamente frutto del caso.
Dopo una penetrazione di Cerutti e un libero di Cacace, la prima tripla di Tommaso Pichi,
vicino ad una crisi di nervi durante la partita, levò il tappo ad una bottiglia
di spumante ben agitata. Le energie fisiche ed emotive dei bianconeri furono
libere di esprimersi, l’ala di San Margherita colpi per altre due volte dalla
distanza ricucendo in un amen il margine
dal 41 -50 al 50-50, la difesa “30” utilizzata
al momento giusto fece il resto bloccando totalmente l’attacco ospite.
Fini’ 57-53 con un 19- 3 micidiale in quattro storici
minuti.
Il Pool era alle finali nazionali.
Io, quella vittoria, l’avevo sognata la notte precedente.
Appena sveglio raccontai a Marco di una battaglia tra due eserciti, uno dotato
di carrarmati e potenti armi l’altro di mitra e carabine, vinta da quest’ultimo
dopo aver resistito a tre bombardamenti.
Dopo la vittoria negli spogliatoi ci apparve molto chiara
l’associazione onirica, i tre raid non erano altro che i vantaggi accumulati dai lombardi durante la
gara non sufficienti, tuttavia, a
battere il grande cuore e l’ottima strategia dei liguri, le nostre principali
armi.
Anche in quel caso il sogno si era fatto realtà.
Finimmo con il festeggiare a nostro modo mangiando il pranzo
al sacco preparatoci dall’albergo ai tavoli del McDonald’s di Fidenza….
Nessuno è come noi.
Arrivederci alla prossima puntata.
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